Felix Jermann: nato per rompere gli schemi nel mondo del vino

Ti presentiamo Felix, sesta generazione di una prestigiosa famiglia di produttori di vino del Friuli

Quando si discute di vino, chi non ha sentito l’annosa questione Vecchio Mondo vs Nuovo Mondo? Tuttavia, potrebbe esserci una nuova scissione nell’universo enologico italiano. Chiamiamola Vecchia Scuola vs Nuova Scuola – un cambio generazionale nel settore del vino. Non stiamo parlando di tradizioni di vinificazione, ma di marketing enologico e innovazioni digitali. Felix Jermann è nato per rompere gli schemi sul vino. Non farti ingannare dai suoi modi stravaganti, specialmente se lo segui su Instagram @afixvibe.

Leggi questo articolo in inglese.

Vedrai Felix girare il mondo su un jet ad alta velocità, trasportando una valigia piena di educazione e fiuto per gli affari (e magari una borsa piena di terra) pronto a conquistare il mondo del vino! Ecco cosa ha da dire il figlio di sesta generazione della Cantina Jermann…

Chi è Felix Jermann?

Felix Jermann

Sono la sesta generazione dell’Azienda Vinicola Jermann,  un’azienda familiare che ha le sue radici nella tradizione vinicola friulana, ma è anche molto conosciuta per essere uno dei migliori produttori italiani. Questo è un po’ da dove vengo. Ero molto coinvolto nel business di famiglia, ma ho lasciato nell’aprile del 2020, più o meno all’inizio della quarantena qui in Italia.

Ho deciso di continuare con progetti miei e in questo momento, sono fondamentalmente un broker in ambito enologico. Lavoro per investitori che desiderano investire in immobili e cantine di un certo tipo in Friuli. Ora, viste le richieste dei miei clienti, mi sto allargando in altre regioni.

Quindi, questo è un po’ quel che faccio ma potreste non vederlo molto sui social perché lì mostro più l’aspetto divertente e godereccio del vino. Credo che il vino dovrebbe essere molto accessibile. Inoltre, dovrebbe essere condiviso perché il vino è un mezzo per connettere e condividere emozioni ed esperienze, oltre a tutte le cose più tecniche che si possono avere dal vino.

Torniamo un po’ indietro e presentiamo ai nostri lettori (spettatori) il Friuli Venezia Giulia.

Felix Jermann with his family in vineyard

È una domanda importante perché molte persone non capiscono dove si trova. Il Friuli Venezia Giulia è una regione molto piccola e nascosta in Italia. È sul lato nord-est dell’Italia proprio al confine con la Slovenia e confina a nord con l’Austria. Abbiamo anche il mare Adriatico che crea una sorta di fantastico microclima.

Siamo protetti dalle Alpi al nord mentre il mare Adriatico ci regala un’atmosfera quasi mediterranea. Quindi, ha un clima continentale con influenza mediterranea ed è protetto dalle Alpi. Proprio nel mezzo si trova questa piccola fascia collinare fatta da un terreno molto speciale che si chiama ponca. Ho portato la ponca in tutto il mondo quando viaggiavo per Jermann. È stata una bella esperienza perché permettevo alla gente di toccare quella terra e ne erano entusiasti.

Nota: Guarda il video in cui raccontiamo di come Felix si sia guadagnato il nome Ponca-Man.

La ponca è ciò che rende il nostro territorio eccezionalmente unico e si trova solo in Friuli, per la precisione nelle regioni di Collio e Colli Orienali, sebbene si sia effettivamente sviluppata in Slovenia. La ponca è davvero ciò che distingue la nostra regione, qualcosa che si può trovare solo qui. Ha ottenuto molta più attenzione negli anni e le persone stanno comprendendo sempre più il suo valore e perché certe varietà (e non solo varietà autoctone) crescono eccezionalmente bene su questo terreno. In Friuli siamo anche molto diversi per il nostro patrimonio storico dal momento che i confini sono cambiati molto durante la prima e la seconda guerra mondiale e tra impero austriaco e Italia. Per questo motivo, il Friuli è un melting pot di tradizioni di Austria, Slovenia e Italia.

Parlaci del nome di famiglia Jermann e delle tue radici ancestrali.

Jermann è un nome più tipicamente austriaco. Infatti, ne abbiamo rintracciato le origini nel Burgenland (che è un’altra regione dell’Austria vicino a Vienna). Da lì abbiamo migrato nel corso delle generazioni: prima in Slovenia e poi in Italia dove, nel 1881, ci siamo stabiliti a Villanova di Farra.

Ti consideri italiano?

Mi considero sicuramente in qualche modo italiano, ma anche molto più internazionale perché ho vissuto anche negli Stati Uniti, in Australia e Austria. Sento di essere stato influenzato positivamente da tutti questi posti. Se chiedi a mio padre, sicuramente ti risponderà che non si sente altrettanto italiano; io non mi sento italiano al 100% anche se ne sono influenzato e sono orgoglioso di dire di esserlo. Ho sicuramente alcune caratteristiche che non corrispondono ad altri italiani che potresti conoscere.

Quanti anni hai?

Ho 24 anni.

Quante lingue parli?

Parlo cinque lingue. Sono madrelingua italiano e sloveno e direi quasi anche inglese dal momento che ho trascorso così tanto tempo studiando e lavorando con esso. Poi, tedesco e spagnolo più o meno allo stesso modo perché ho vissuto in Austria per sette anni e poi ho studiato spagnolo e ha anche lavorato in paesi di lingua spagnola per Jermann.

Ho imparato l’inglese fin da piccolo. Mio padre in realtà è vissuto per un paio d’anni a Toronto, in Canada, durante il suo periodo di ribellione verso suo padre, e mio fratello maggiore è nato lì.

Entrambi i miei genitori mi hanno spinto a parlare lingue diverse. Mia madre ci teneva che parlassi sia sloveno che tedesco e che sapessi da dove veniamo storicamente.

Se parli la stessa lingua della persona con cui stai lavorando o con cui stai bevendo un bicchiere di vino, avrai sicuramente una maggiore connessione.

Sei andato all’Università di San Francisco. Come è nata quella decisione? È stata tua?

Certamente sì. Ho frequentato una scuola privata in Austria e mi sono diplomato a 17 anni. Poi ha lavorato all’estero in Australia per un anno. Non ero sicuro di cosa volessi fare allora. Lavoravo nei ristoranti perché abbiamo anche un ristorante di famiglia. Nel 2014, ero molto entusiasta e attratto da Napa e Sonoma. Mi affascinava come quella regione si presentava attraverso il marketing. Inoltre, ero interessato all’approccio alla tecnologia e allo sviluppo di start-up della Silicon Valley.

Volevo avvicinarmi a quel mondo. Quindi, decisi di inviare una domanda all’Università di San Francisco e ad altre università in California. San Francisco però è stata la mia prima scelta per la vicinanza a Napa e Sonoma. Essere vicino così da potervi fare un tirocinio, è stato davvero importante per il mio sviluppo all’interno del mondo dell’enologia. Da lì, ho potuto trasferirmi in altri stati con tirocini e programmi di lavoro.

È stata sicuramente un’ottima scelta, ma è venuta dalla mia volontà di viaggiare.

Felix Jermann was born to be wild about wine

In un post di Instagram, ti sei definito un fanatico del vino. Puoi spiegarci meglio questo concetto?

Un fanatico del vino è una persona piena di energia, a cui piace fare scoperte, ed è un grande appassionato di vino. È anche una persona che continua a imparare e a scoprire cose nuove ogni giorno. Personalmente faccio ricerca sul vino, sulle realtà vinicole e sugli investimenti enologici. Quindi, scopro altre esperienze connesse al vino come ad esempio come ti fa sentire un vino e poi ci rifletto su. Direi che forse è anche una persona che non prende il vino troppo sul serio, seppur faccia sicuramente parte della sua vita.

È l’eccitazione, l’energia, la ricerca e la scoperta. Poi, l’idea di voler condividere queste emozioni con le persone che ti circondano.

Quanti anni avevi quando hai bevuto vino per la prima volta e qual è stato il vino decisivo nella tua vita?

Non penso che ci sia stato un vino decisivo in particolare. È stato più un processo, un viaggio in corso. La prima volta che ho assaggiato il vino (o almeno questo è quello che dicono i miei genitori) avevo un paio di mesi. Ho messo il dito in Riesling di famiglia e l’ho provato, e a quanto pare, ho sorriso!

Inoltre, trascorrere del tempo nel ristorante di mio nonno mi ha influenzato molto: servire vini in un ristorante e vedere come la gente reagisce e si connette con esso. Penso sia stato l’intero viaggio dal Friuli all’Austria e poi in Australia e San Francisco e lo scoprire tutti i diversi stili e regioni che caratterizzano il vino. Penso sia stato l’intero processo. Quando ho finito l’università e dopo gli stage, mi è diventato sempre più chiaro che questo era certamente qualcosa che volevo fare.

È decisamente un viaggio.

Tra le altre cose ti dedichi anche alla pittura. È qualcosa che hai studiato a scuola?

Dipingo molto fin da ragazzo. Ho sempre dipinto la natura intorno a me per esprimere le emozioni che mi trasmette. Ho un sito web fin da quando ero al liceo.

C’è una connessione tra arte e produzione di vino?

Fare vino è sicuramente una forma d’arte. Prendi delle uve, come un artista prende colori diversi, e poi le metti insieme per creare un colore. Non si tratta mai veramente di un solo colore perché è la competizione di diverse identità. Per me, la pittura è sempre stata liberazione, un modo per esprimere i miei sentimenti e i miei momenti felici. Ho sempre dipinto dopo aver bevuto un bicchiere di vino o mentre lo bevevo. Un abbinamento che mi cadeva decisamente a pennello!

Ho fatto un paio di mostre di vino e arte qui in Italia, in Austria e anche a San Francisco che hanno avuto molto successo. Ho venduto alcuni dipinti, ma è stato solo per divertimento. La pittura mi consente di trasformare le emozioni con colori ad olio e inchiostro.

Attualmente sei un broker in campo enologico. Come sei arrivato ad una tale decisione e che futuro ti immagini?

È partito tutto da una richiesta da parte di un amico di famiglia che mi ha contattato e mi ha detto: “Felix, so che sei esperto della regione e ora che sono sistemato professionalmente, voglio investire in una cantina e nel vino in Friuli”. È così che ho iniziato. Sono nove mesi che siamo in questo viaggio insieme: io gli fornisco consulenza sulle migliori aree e cantine del Friuli.

Ora ho altri due clienti all’interno della regione con obiettivi e budget diversi. Ovviamente, per me che conosco molto bene la regione è davvero entusiasmante, ma sedersi al tavolo per parlare di queste cose è un processo molto delicato.

Il mio business gira tutto attorno al passaparola e alla mia capacità di contattare diversi investitori che sento abbiano la capacità, il desiderio e l’obiettivo da investire in Friuli.

In questo momento il Friuli è tra le regioni meno costose in cui comprare un ettaro di terreno. La regione si sta sviluppando molto grazie al grande potenziale enologico e turistico.

Questo è il mio lavoro principale. Sono cresciuto molto grazie alle connessioni che ho costruito. Non mi limito al Friuli, posso andare in tutto il paese.

Nota: Dalla nostra intervista, è stato annunciato che Antinori ha acquisito la maggior parte della cantina Jermann.

Carriera nella comunicazione

Mi occupo anche di comunicazione come consulente di marketing e comunicazione, social e digitale, per cantine. Naturalmente, ho studiato tutto questo all’università e ancora di più durante il periodo presso la cantina Jermann. Tuttavia, attraverso Linkedin, Instagram e Facebook, sono riuscito ad attirare l’attenzione su ciò che faccio nella comunicazione e la gente è interessata ai miei servizi. Questo nonostante io non li pubblicizzi esplicitamente che è qualcosa che intendo fare nel prossimo futuro. Sto lavorando a un sito web aziendale per attirare ancora più attenzione.

È stato davvero un processo, come quello della produzione di vino, che mi ha portato ad essere un broker e esperto di comunicazione in campo enologico. Non ci penso due volte se ho la sensazione giusta e mi ci butto.

Quali sono la tua vision e il tuo obiettivo? Dove ti vedi tra dieci anni?

La ragione per cui mi sto concentrando molto sul brokeraggio in campo vinicolo è che purtroppo, a causa del Covid, molte cantine si sono trovate in una situazione difficile a causa della loro struttura aziendale o maniera di pensare. Anche a causa di un cambiamento generazionale, magari semplicemente non vogliono continuare, il che è normale in questo business. Il mio obiettivo è quello di raccogliere l’eredità della cantina con il giusto investitore. Voglio essere conosciuto come la persona in grado di instaurare queste connessioni e di raccogliere l’eredità della cantina senza che cada a pezzi. In questo modo prospererà molto più a lungo, anche se i fondatori non ci sono più.

È questa sinergia di intenti che consente a qualcosa di avere successo. Le regioni di maggior successo in Italia come quelle del Barolo, la Toscana o l’Alto Adige sono tali perché ci sono molti player importanti. Ho l’impressione che in Friuli, ci siano alcuni player importanti che sono qui da molto tempo, ma c’è ancora molta diversità e disconnessione tra di essi. Se fossimo in grado di creare un sistema di player che agiscono come una squadra e creano interesse sulla regione, sono sicuro sarebbe un grande successo per il vino locale.

In che modo un giovane consumatore di vino può sviluppare le sue competenze?

Se pensiamo a una pubblicazione dedicata ai millennial, penso che Wine Enthusiast sia un’ottima rivista. A parte questo credo che frequentare eventi enologici non in Italia, ma nella propria città sia fondamentale. Naturalmente, dipende da dove si vive. Negli Stati Uniti ci sono molti eventi legati al vino italiano. Credo sia molto utile parteciparvi. Inoltre, il corso WSET è molto completo. Se si può viaggiare, consiglio di conoscere le realtà delle diversi regioni. Assaggiare un vino di una particolare regione fa sì che il proprio mondo si apra: ogni volta che si assaggerà dinuovo quel vino o un vino simile, ci torneranno in mente quei vigneti che abbiamo visitato, la cantina, il cibo e come vivono le persone in quel luogo.

Credo sia utile anche partecipare a tour organizzati, ma anche fare una cosa che noi italiani facciamo ogni giorno: prendere un aperitivo e chiedere il vino locale suggerito da sommelier o camerieri locali.

Connettere con Wine Influencer

Dall’inizio della quarantena, quando ho finito di lavorare con Jermann, ho sentito il bisogno di connettermi e tenere viva l’attenzione sul Friuli, quindi ho intervistato persone come Bobby Stuckey, maestro sommelier; Stevie Kim (Podcast Vinitaly e Italian Wine Podcast); e poi cantine, esperti ecc. In questo momento, il mio pubblico mi sta chiedendo di intervistare persone influenti dal mondo social per capire meglio come funzionano e comunicano. Quindi, ho intervistato persone come @Wine.Gini, @CantinaSocial e @WineSpiceGirl. Sto anche connettendo con persone su Clubhouse. Ci sono molte conversazioni professionali davvero interessanti.

Il mio obiettivo

Il mio obiettivo è quello di tenere viva la conversazione sul vino e sul Friuli. E voglio essere parte di queste conversazioni in qualche modo perché ho visto quanto si sia rivelato un successo per me essere su queste piattaforme, essere attivo e condividere le mie idee e prospettive. A molte persone non piace, ma non si può piacere a tutti. Sono stato messo in discussione dalle più storiche e tradizionali entità del Mondo del Vino che non hanno apprezzato quello che stavo facendo, ma va bene così!

Comunico il vino per renderlo un mondo più inclusivo, per attirare interesse su di esso e per viverlo piuttosto che studiarlo. Il vino dovrebbe essere parte integrante di noi.

felix jermann

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