Non c’è ricevimento nuziale che si rispetti che non finisca con il taglio della torta, tuttavia questa non è come le altre perché non celebra un unione coniugale ma un matrimonio con se stessi. È un dolce che celebra il singolo individuo per questo il suo formato è monoporzione ma nulla di dissacrante se pensiamo che la torta nuziale che conosciamo oggi, deriva dall’usanza di ammucchiare i biscotti e i pasticcini portati dagli invitati.
Tradizione della Torta Nuziale
Secondo questa tradizione, l’altezza della piramide che ne risultava corrispondeva alla futura prosperità dei coniugi. Con il passare degli anni, tale “torta grezza” si sarebbe trasformata da montagna sgraziata a dolce glassato a più piani. La glassa, oramai indispensabile, non era altro che un collante per unire insieme i pezzi di quella che poteva essere considerata una torta monoporzione. Niente di nuovo anzi, un ritorno alle origini tornato in auge nei matrimoni moderni. Si perché la tradizione della “Wedding Cake” ha origini molto antiche, addirittura nell’Antica Grecia si offrivano agli ospiti degli impasti di miele e farina o sesamo.
Simbolo della purezza
La prima fetta, accompagnata da un dattero o da una mela cotogna, veniva data alla sposa per augurarle fertilità. L’uso della frutta si è comunque tramandato fino ai giorni nostri come la glassatura, artefice del tipico colore bianco, divenuto poi simbolo della purezza della sposa, ma non solo. Il candore rappresentava anche la ricchezza della sua dote, perché lo zucchero raffinato aveva un costo elevato che solo una famiglia benestante poteva permettersi. Una lunga tradizione quindi, come la tipica composizione a piani che rappresenta una sorta di scala della vita coniugale e manifesto di un connubio divenuto imprescindibile che è quello tra i matrimoni e l’arte pasticcera.
L’amore e l’arte
Questo ci svela come l’arte e il cibo siano onnipresenti in ogni fase della vita, caratterizzata dal bisogno che ognuno di noi ha di amore e di cibo per vivere e cucinare, rappresenta il primo atto d’amore verso noi stessi e verso gli altri, un azione che ha dentro di sé l’amore e l’arte: si cucina dedicando il nostro tempo, l’impegno, ma anche la passione e la cura dei particolari. Tutto per nutrire la nostra creatività, il nostro bisogno di esprimerci e dimostrarci alla persona amata, istinto che nasce con noi dall’allattamento e che da allora ricerchiamo costantemente per sentirci bene e rendere felici gli altri. Ma si può rendere felici gli altri se non lo siamo noi per primi? Questo è l’interrogativo che mi ha fatto scoprire come si può amare profondamente e in modo libero ogni altro essere umano, cioè amando se stessi.
Elena Ketra
Un messaggio che ho voluto esprimere con questa torta autocelebrativa, ispirandomi all’arte di Elena Ketra, artista visiva vicentina che ha ideato la performance digitale, chiamata “Sologamy”, presentata in anteprima internazionale dal 13 al 16 luglio a Videocittà, il Festival della visione e della cultura digitale, al Gazometro di Roma e visitabile sul sito: www.sologamy.org dove è possibile inserire i propri dati e ottenere un simbolico certificato di matrimonio sologamico, un gesto che secondo l’artista deve sensibilizzare la ricerca e l’affermazione della propria indipendenza affettiva, la presa di coscienza di sé e delle proprie capacità, della forza e bellezza, al di là di diktat estetici, sociali e sessuali uniformanti.
Devo ammettere che tutto ciò mi ha particolarmente colpito e incuriosito, così non ho esitato nel compilare le carte per il matrimonio con me stesso nel mome dell’arte e dell’amore, anzi ho fatto di più, ho preparato pure la torta nuziale e devo ammettere di essermi sentito “strano”
Evidentemente non siamo abituati ad una filosofia intimista, volta alla cura del sé e del proprio benessere interiore, non siamo abituati ai gesti dedicati a noi né tantomeno a dirci ti amo allo specchio. Provateci, vedrete che sarà strano ma…indispensabile.
Wedding Cake ‘Monoporzione’
Per la torta:
- 250 gr di burro ammorbidito
- 250 gr di zucchero semolato
- 4 uova grandi
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
- 250 gr di farina
- 2 cucchiaini e ½ di lievito per dolci
- 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
- sale q.b.
Per la crema al mascarpone:
- 250 gr di mascarpone
- ¼ di tazza di zucchero a velo
- 175 ml di panna da montare
- frutta per la decorazione
Procedimento:
- Preparate la torta: lavorate a crema il burro morbido con lo zucchero semolato. Unite le uova, una alla volta man mano che vengono assorbite dall’impasto, sempre continuando a frullare. Aggiungete la vaniglia.
- Setacciate insieme la farina, il bicarbonato e il sale, quindi uniteli gradatamente al composto, facendo in modo che non si smonti.
- Dividete l’impasto ottenuto in parti uguali e fatele cuocere per 30 minuti in forno caldo a 180 °C in teglie tonde di due o tre dimensioni diverse. Una volta cotte tiratele fuori dal forno e una volta fredde sformatele dalle teglie.
- Per la crema al mascarpone, lavorate quest’ultimo con lo zucchero a velo fino ad ottenere una crema. Unite la panna continuando a montare: dovrete ottenere un composto sodo.
- Farcite ogni disco di torta con uno strato di crema,
- sovrapponendoli man mano. Conservate in frigo fino al momento di servire
- Decorare con frutta fresca e qualche macarons o biscotto a piacere